martedì 26 giugno 2012

Chi l’avrebbe detto…un sogno diventato realtà.

MaxSolinas-Ritratti

MaxSolinas-Ritratti

Mercoledi 27, la vita continua pari passo con il libro In Silenzio tra gli Alberi. pagina 97 ...
 Amo questa nuova vita, e la difendo dagli attacchi estremi della modernità. Non quella del progresso intelligente, programmato e silenzioso. Ma da quello avido e speculatore, occulto e tracotante, che non tiene conto del piatto in cui mangia.
E non tiene conto dei propri figli, e dei figli dei propri figli… Che eccidio!
Magnifico aver cercato e scoperto questa vita. Ancora un sogno ad occhi aperti, realizzato. E che soddisfazione sentirsi in equilibrio, in questa nuova vita che si rinnova giornalmente, anche solo con una pagina scritta in più di questo libro. Un dedalo tutto da scoprire e conquistare, e da lasciare che mi conquisti.
E con la scultura, che ugualmente devi corteggiare e amare, guardarla ed osservarla, avvicinandoti ed allontanandoti con circospezione, e poi modificarla, lisciarla e palparla. Girandoci intorno, spiarla, amandola.
 Osservarla con gli occhi tirati a fessura, per vederne i volumi essenziali, le linee primarie, e lisciare, e ancora togliere, pian piano, ma con coraggio e decisione fino ad arrivare al nocciolo, al cuore.
La scultura, che scoperta! Ero adolescente, e amavo toccare, plasmare e modellare creta, plastilina. E ricordo anche il das, materiale che si usava a scuola per la lezione di “artistica”. Sporcava, più di tutti gli altri materiali, le dita, e neanche a casa riuscivi a toglierlo con lo spazzolino. E poi si induriva così velocemente che non riuscivi mai a fare quello che ti prefiggevi. Se avvicino le dita al naso, ancora adesso ricordo il suo odore.
Ma a casa, usando creta e plastilina, le cose cambiavano, e mi perdevo a modellare, creare forme improvvisate, per poi cambiarle. Comunque, preferivo, come ora, la creta, perché annusandola   ha odore di terra.
 Mi divertiva questo gioco. E recondito era il desiderio di fare veramente una scultura, con tutti i crismi. Fantasticavo d’essere davanti a blocchi monumentali di marmo, come il grande Michelangelo, che avevo sbirciato nei libri. E di  armeggiare e lavorare, con grandi scalpelli, e pesanti mazzette, mescolando sudore a polvere di marmo, forti e vigorosi colpi, per trasformare il grezzo materiale, in forme aggraziate e perfette.
                               Chi l’avrebbe detto…un sogno diventato realtà. MaxS

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