martedì 28 febbraio 2012

I VENTI CALDI DEL FOHN Andrea Marzorati

mercoledi. Luca Delmedico mi ha fatto un grande regalo che arriva come aria pura in un momento di asfissia. Una poesia di Andrea Marzorati, uomo che ha vissuto poco, ma intensamente, profondamente, dando tanto e non chiedendo niente indietro! Adesso lui è in paradiso in cielo direbbero i nostri bambini, nella grande prateria dicono gli indiani d'America. Io dico e sento che lui è intorno a noi con ricordi e sorrisi, e il grande dono di poesie e versi che ci ha lasciato per respirarli.

 I venti del fohn


Sta,
così soave 
il vento,
quale dolcezza
che può solo natura,
figlia di silenzi e immensità.


Nel freddo
di questo inverno
che ammutolisce di gelo le ossa,
un ristoro pacato
un dono
quasi lieve,
imponderabile quiete.


Eppure è vera.


Ci rende un pò lirici
un pò: buoni come i bambocci.


Non una vita felice chiedo a me stesso.
Sincera sì.


                             Andrea Marzorati


MaxSolinas-Fuoco a sfuoco
Queste perfette parole sono per voi. A me fa iniziare bene ancora una giornata che promette sole, scultura, cavalli, Amore, Natura, Lupi e uomini. Carpe Diem. MaxS


domenica 26 febbraio 2012

MaxSolinas Arja Rookje

lunedi 27. dicevo ... Tra le cose che ho imparato ndopo piu di quaranta anni di vita nella Natura è che per vedere un metro più in là devo chiudere gli occhi e guardare dentro di me, se voglio sfuggire alla stupida prigionia dei consumi, agli insignificanti bombardamenti della pubblicità, alla violenta dittatura dell televisione.
   ma tuttto ciò senza staccare mai i piedi da terra, per cui senz isolarmi dal mondo in cui vivo. Sarebbe troppo facile e sarebbe come fuggire dalla realtà.
QUESTA E' LA MIA RICERCA DI VITA.
   La scultura, l'arte, il mio modo di vivere, ricercato con perseveranza e fatica e affinato con il tempo: sono i mezzi per questa ricerca. Circondato sempre e da sempre dai miei amici alberi. A volte solo guardandoli nei viali delle sterili città, a volte (da bambino), arrampicandomi facilmente per poi stentare a ridiscenderli, e tutti i giorni toccandoli nei boschi.
Imparandoli anche attraverso il personaggio di Jean Giono, in "L'uomo che piantava alberi". E da chi mi ha fatto capire che gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio se imparassero ad amarli, perseverando in questa disciplina.
  Ed ho imparato da quelle persone , razza in via d'estinzione, che conoscono gli alberi ed il rapporto con la natura, ancor più di conoscere se stessi. E tutto ciò attraverso insegnamenti invisibili, umili e mai scritti, mai forzati. Ma chiari ed espliciti per chi ha desiderio di imparare.


 E ci tengo a sottolineare: in barba a tutti quei ciarlatani ipocriti, egoisti e cinici uomini sinistri, che professano il bene e operano il male, che con la parola ALBERO, si son costruiti un impero solo per loro e per i propri figli, in barba a meritocrazia e rispetto del prossimo, in barba a promesse, falsi sorrisi sotto barbe da finti maestri. Sappiano questi discendenti dalla scimmia che io, insieme ad altri guardiamo, sentiamo, annusiamo, senza perdere mai di vista la preda. Non voglio accendere polemiche che a nulla servono, e che nulla risolvono, ma schierarsi mi fa stare bene con me stesso!

   Beh, grazie a pochi, che son sempre meno, grazie a questa sensibilità che mi son trovato gratuita tra le curve del DNA, e che è sempre più prepotente, e poi con perseveranza, costanza, grinta forza, romanticismo, poesia ed umiltà, sto imparando a vivere.
   Ma voglio ancora dire due parole in merito alla televisione. Non ce l'ho con nessuno in particolare, ma vi assicuro che se dovessi scegliere di eliminare una cosa da questa modernità opterei senz'altro per la televisione. E se tutti lo facessero insieme, metteremo nei pasticci parecchie persone.
   La televisione ci impone l'incoscienza, a piccoli passi e dolcemente ci violenta i pensieri, ci estranea dalla realtà  e ci impedisce di riflettere autonomamente. Pensate alla azione sui nostri figli, e su tutti i  fragili bambini, e sconfusionati adolescenti. Questo apparecchio, e chi c'è dietro ci dà punti di riflessione distorti che ci distraggono dalla vita vera, dalla nostra vera vita!
   La televisione dovrebbe essere imparziale, congrua, educativa. Invece ci propone modelli che cambiano più velocemente del tempo  nell'amata Scozia del mio amico Philip Oakes.
   Si fatica a capire dove finisce l'informazione vera e cruda, seria e comunicativa, e comincia lo spettacolo!
   Tutto deve mantenere alto l'audience, tutto a colpi di share. Tutto trasformato in spettacolare palco, e noi in burattini. No, io non ci sto!
Neanche il tempo metereologico ha più una sua dignità. Due giorni di pioggia continua diventano una calamità, e due giorni di sole a trenta gradi una grave ed improvvisa metamorfosi della stagione. Io dico che bisognerebbe rivedere il luogo comune che alla voce pioggia fa corrispondere il "brutto tempo". Forse non ricordano che  in certe zone de mondo tribù intere, guidate da spaventosi stregoni, danzano e pregano affinché il nostro "brutto tempo" arrivi  a loro per permettergli la vita!
E tutto ciò lungi dalle bieche e falsate informazioni e previsioni degli scienziati metereologici televisivi.
   I vecchi dicevano che non pioverà mai troppo da impedire al sole di tornare a splendere, e non ci sarà mai troppo sole ad impedire alle nuvole di portar pioggia nel nostro amato pianeta.
Ascoltiamo e fidiamoci degli anziani, vecchi abitanti della terra. Anche il tempo è una giostra, e si diverte ad amoreggiare. A volte è su, e a volte è giù. E passatemi la leggerezza!


MaxSolinas-Arja-Rookje
Il sole illumina fragoroso e già tiepido la vetrata a sud del mio laboratorio in fondo al prato. La temperatua appena sotto zero cede all'ammalianti raggi di una primavera in netto vantaggio. I merli frugano tra le zolle di terra rimosse dalla lupa, in cerca di vermi, e il pettirosso di casa fuori da noi salta di ramo in ramo rallegrandomi i pensieri tristi sulla televisione. Arja e Rookje mi guardano sottecchi distesi di fronte al fuoco rassicurante. Tutto è pronto, tutto magicamente perfetto. Il bosco fuori aspetta. La foresta vicina manda il suo richiamo. E Noi forte lo sentiamo. Andiamo. Buona Giornata. Max Arja Rookje


sabato 25 febbraio 2012

LUCI CHE SCOLPISCONO OMBRE...MaxS

... due giorni di profonda Natura. Il caldo primaverile accende ed infiamma ormoni già vigili e pronti. Caldo nell'aria come solletico erotico. Vedo gonne accorciarsi e pelle di gambe assumere colori naturali. Si sfilano le calze e si infilano gli sguardi. Oggi son quei giorni di giorno che è più caldo fuori che dentro. La sensazione è strana anche dopo tanti anni passati. Gli uccelli cantano al tramonto illusi ed illusori. Il tempo è come se ci avvisasse che poco manca alla "bella stagione". Ci consiglia e ci induce a tener duro, di pazientare ancora un poco. Ne vale la pena. Il caldo sulla pelle nuda è benzina super nel motore della fabbrica delle emozioni. Mi spiace aver l'abitudine di vestirmi poco, solo perché mi priva del gusto di spogliarmi ai primi caldi. Ma vi assicuro che danno i brividi, tanto come il freddo, i primi aliti caldi fuori dal freddo inverno.
MaxSolinas- Aurora

MaxSolinas-Arja la Lupa

MaxSolinas-Arja
   Due giorni di immersione totale nei boschi di casa. Io Arja e Rookje, rispettivamente una besti e due animali. L'uomo è sempre più bestia dell'animale. Non si immaginano quando godo quando mi danno dell'animale!
Due giorni di foresta e sole, notti finalmente non proibitive. Una luna che sembra sorridere alla primizia stagionale. Cazzo che fortuna sentire, vedere, sognare, vivere. Che felicità mi da la conquista della libera libertà.
Due giorni pieni di tutto ciò che amo. E ora, davanti al camino che ospita la legna urlante di fuoco e fiamme, godo del passato appena prossimo, e del presente-presente. La Lupa Arja e Rookje il cane sono sdraiati e spaparanzati sulla pelle di cervo davanti al fuoco. Li guardo, mi soddisfa vederli soddisfatti. Han  gli occhi chiusi, ma non dormono. Forse ripercorrono dietro le palpebre questi due giorni di viaggio nel loro elemento naturale, la loro vera Madre Terra. Ed io sogno ad occhi aperti con loro!
Il tramonto stasera è stato magnifico e ha suggellato il rientro alla tana. Il silenzio è il re della stanza, solo al crepitio delle fiamme è permesso stare in  questo real silenzio. Sento il respiro leggero e deciso della lupa. Se penso a tutte quelle notti all'addiaccio con lei vicino: il suo respiro è, in quei momenti di solitudine fuori dalla tana, il rincuoro più grande che io possa avere. Ed è vitale. Mi emoziona vederla riposare soddisfatta e paga della sua, della nostra vita. Chissà se si può capire .... o deridere.
 due giorni fa, l'ultima volta che avevo scritto, ero incazzato con il mondo intero. Adesso, dopo due giorni medicamentosi là nella foresta, mi sento bene. In realtà il mondo non è cambiato ma io, disinquinandomi da umani, ho ritrovato l'equilibrio perfetto, quello che mi fa stare bene, vivere bene, amare bene. E questo per me semplice e naturale uomo, NON E' POCO!
   Ve lo consiglio anche a voi, è un buon consiglio e una buona ricetta, disintossicatevi ogni tanto dagli esseri umani, state soli con voi stessi, in silenzio totale, in un bosco, ma va bene ogni posto, una chiesa, la propria casa, anche il giardino ed il garage. Ogni luogo è perfetto, se il Silenzio ne è il re.

                  IL POSTO GIUSTO E' QUELLO CHE NON TI FA AVERE RIMPIANTI,
                                                       E SPESSO E' FLUTTUANTE.
                                                                                                        MaxSolinas

mercoledì 22 febbraio 2012

TELEVISIONE-PUBBLICITÀ' Veline & Poeti

sabato 3 aprile  .... continua.... Tra le cose che ho imparato dopo più di quaranta anni di vita nella natura è che per vedere un metro più in là devo chiudere gli occhi e guardare dentro di me, se voglio sfuggire alla stupida prigionia dei consumi, agli insignificanti bombardamenti della pubblicità, alla violenta dittatura della televisione. ......    Questo scrivevo 4 anni fa, ed ero certo e convinto che la gente stesse rinsavendo da questa malattia, da questo vizio di dipendenza da televisione fatta di talk-show mirarti e misurati, spettacoli serio comici con l'unico intento di nascondere con il riso problemi dolorosi, incontri pubblici con moderatori  mal svenduti e biechi con illustri personaggi politici tendenziosi e bugiardi alla stregua di Giuda Iscariota, grandi fratelli e isole disincantate frequentati da una razza di esseri umani che neanche Dio nella sua smisurata bontà e fede riconoscerebbe e salverebbe dall'ennesimo Diluvio Universale. Pubblicità coercitive e vigliacche che promettono, anzi assicurano cose completamente false e spesso inesistenti, campate per aria così come loro, professori del Niente. E potrei riempire pagine e pagine a compilare un libro infinito di  nefandezze televisive che hanno indotto e continuano ad indurre una folta massa di gente a vivere schiave di questa vita filo-televisiva. Sono schifato, demoralizzato, depresso, offeso, avvilito di fronte a certe situazioni di maleducazione e di poca se non nulla sensibilità sociale ed umana. Son stanco di dovermi vergognare di essere Uomo per colpa di certe persone, che perfino mi, e ci rappresentano! Stamane neanche la luce del fuoco di legna a due metri da me, e il suo calore rassicurante mi basta per sedare i sentimenti feriti. Non c'è buio nella stanza, ma dentro di me persiste vigliacca e maligna la disillusione. Mi siedo e mi rialzo. Guardo fuori dalla finestra il castello sommessamente illuminato. Mi alzo, giro per la stanza disturbando i miei animali. Mi sembra d'essere un attore nel buio seguito dall'occhio di bue. Un attore in cerca del proprio monologo. Un attore che ha studiato per anni la parte, e che ha vissuto per anni il copione che deve interpretare. MA ORA NON RICORDA NIENTE. Tristezza, delusione, amarezza. Perturbazioni minacciose di tempesta mi offuscano sentimenti ed umore. E forse non è colpa di nessuno, se non della mia stramaledetta e bastarda sensibilità, che peggiora con glia anni e che mal va d'accordo con il "clima" umano e sociale che ho attorno. E la televisione ne è fautrice e responsabile!
Il potere è riuscito a ledere la mia corteccia? Il mio tronco ha una breccia?
Mi sento come un animale indifeso in preda ad un cacciatore disonesto, cattivo, arrivista, ipocrita, malvagio, cieco, traditore, falso, disonesto ..... (aggiungete voi il resto), armato di fucile e munizioni. Questo cacciatore è drogato di successo, e deve rincarare la dose continuamente, cerca carne morta per sfamarsi della fame inesauribile di successo, e di quello a "qualsiasi costo"!
L'animale nudo è braccato, le zampe doloranti da artrosi, screpolate dal freddo di un inverno severo, vissuto nella Natura. Il cacciatore è vestito di tutto punto, fasciato di abiti rubati, e ghigna famelico e malefico con la maschera da uomo indossata che nasconde la scimmia primigenie sotto.
L'animale sente l'odore della scimmia, alza il pelo sulla schiena e ringhia di zanne bianche da Lupo.
  ......così mi sento stamattina, nel crepuscolo di un giorno che si annuncia di sole. Ma sarà ancora per mezzo mondo un giorno di aberranti veline scimmiesche, e televisione, e ancora di cacciatori senza scrupoli, proiettati e professati come dei nel grande schermo della vita. E DI QUESTO MI DISPERO!
Deluso di quel che accade, e che credevo mai sarebbe successo. Disperato per un popolo civile mondiale che si arrende di fronte ai cacciatori mascherati. ma è una delusione inutile, che ferisce a morte solo me stesso. Ed è proprio troppo poco!
   Oggi va cosi! Oggi sento più forte ancora il bisogno di andare nella foresta a medicarmi delle ferite del cacciatore. Vagherò tra alberi e radure lievemente innevate. Lascerò che freddo e sudore si mescolino insieme, temprando e rinforzando il mio Carattere e Corpo. Sentirò i brividi rinforzarmi, rinsaldando l'umore. Il Silenzio e la Solitudine saprà medicare gli squarci fatti dai colpi inflitti.  Scusatemi. Io vado. MaxS


                  LA LIBERTÀ' NON SI MENDICA, LA LIBERTÀ' SI ESERCITA       MaxS

MaxSolinas e Arja la Lupa




martedì 21 febbraio 2012

PAGINE SCOLPITE CON LA PENNA A SFERA. MaxSolins

Mercoledi 22 febbraio? più o meno.
stento a scrivere stamane. Il Silenzio è perfetto più del solito. Stanotte ho dormito con il pensiero lieve ma disturbante che succedesse qualcosa. E non mi ha mollato per tutte le poche ore di sonno. Attraverso gli occhi son passa te scene di incidenti stradali, cavalli straziati e cani che si contorcevano nel dolore finale della morte nel prato di casa. Già che non mal sopporto dormire, e poi quando il sonno è travagliato, mi passa anche quel po di voglia. Questo silenzio è d'oro. Mi aiuta a riprendermi l'equilibrio perso stanotte. Ripensando al perché di questa nottata: non è certo colpa dell'unica birra bevuta, e tanto meno della pastasciutta sublime che ho preparato, e tanto meno le parole d'amore alla mia bella... Non serve a niente girarci attorno facendo finta di "pomi". Ieri mia mamma si è sentita male, e i suoi ottant'anni suonati (gli anni, non lei), ed è stata in ospedale fino alle 9, poi si è risolto tutto. E sentirla stanca e stonata mi ha fatto pensare a i miei genitori, in salute, ma anziani, e all'importanza che loro ci siano!
Ma manco ci pensavo a rattristarvi, lo faremo in un altro momento! Tutto è torneato alla perfezione, e io ho voglia di vivere e di scrivere, scolpire, amare e continuare a forgiare il miglior MaxSolinas sulla faccia della Terra. E sono a buon punto. A proposito di libri e sculture: è "partito" il mio nuovo libro, e il primo titolo è "QUANDO SARÒ' VECCHIO" sottotitolo Metropolis, il Viaggio. E poi sto ultimando le ultime tre sculture in legno di Noce e Cedro. e son soddisfatto come un bambino che ha svolto bene il suo tema dio classe.
   Stacco gli occhi dallo schermo, mi piace questa mia nuova immagine, con tastiera e video davanti all'alba a scrivere con la punta dei due indici, sfruttando la tecnologia. E' un modo nuovo e ne sono soddisfatto, perche tutto va avanti bene, ed intorno a me ho la mia tana intonsa.
  Di fianco alla tastiera il bicchiere del caffè, un coltello serramanico, un paio dei occhiali, una castagna per il raffreddore, la foto di un lupo, una penna Bic nera ed il mio libro aperto a pagina 16 .... mi consiglia di scrivere un pò di lui, tutto è cominciato per questo motivo, pubblicarlo sul blog per tutte le persone che non lo hanno letto e per quelli che vorranno leggerlo assieme a me. Si riparte:

    continua ... lo sguardo ora si alza al cielo per incontrare il soffitto non alto e attraversato da travi di legno di castagno di oltre duecento anni. Son neri come l'olio bruciato. Non ce n'è uno di dritto ed i chiodi impiantati negli anni, è impossibile toglierli, perché han fatto corpo unico nel legno. Ora accolgono molte cose appese, dalla pentola annerita e bucata per cucinare le caldarroste, ad un paio di sperono ed una imboccatura da cavallo da sella; una piccola gabbia da uccelli da richiamo, vuota, un mattarello tarlato che qualcuno voleva buttare, e una cestina di fil di ferro, sapientemente intrecciato per le uova, con dentro noci e nocciole secche (quelle moderne),; e poi qualche ragnatela.
   Questa casa è proprio la mia tana, ma io non sono in letargo.
Mi perdo in ogni oggetto. Lo potrei guardare a lungo, lasciando scaturire cento pensieri. In un attimo guardandolo mi si apre un mondo. Quante cose si potrebbero scrivere per ogni oggetto che ci circonda. Forse hanno un'anima. E quelli più vecchi hanno anche una storia, che magari noi non conosciamo, ma che traspare, e che loro se facciamo attenzione ci raccontano.
   E poi ci sono gli odori, i rumori, le luci che scolpiscono ombre.
    Aiuto, fermatemi! Altrimenti riparto per un altro viaggio. Come ci si può annoiare se viviamo? Eppure c'è chi usa questa parola per raccontarci una giornata, un luogo, una persona, una vita. Ho imparato a snobbarle e a non ascoltarle queste persone, stupide e subdole. Mi rubano energia.
   La mia casa è l'ordine del disordine. Come per un paio di scarpe usate: ci si mette del tempo a renderle comode, proprie. E poi quando finalmente sono come una seconda pelle, il consumismo ci dice che son da mettere da parte. E ci invita attraverso media e pubblicità, a buttarle, a sostituirle con paio più lucido, più rigido e scomodo, alla moda, che comunque inesorabilmente  a sua volta passerà di moda al più presto.
   Ma io la mia vita, costruita con il tempo trascorso, non la baratto e non la scambio così facilmente! E' assurdo, ma quando entra in "commercio" la moda del momento c'è già pronto il progetto di quella successiva. Tutto così futile, e realmente inutile!
   Mi sembra che sapendo questo bisognerebbe essere un pò più accorti nel farsi soggiogare. Ma da chi poi? Ma da noi stessi direi, non darei  in questo senso troppe colpe a vanvera. Siamo noi i gestori di noi stessi! Io da parte mia mi difendo da questa mal celata mediatica prepotenza consumistica modaiola. Le cose che scelgo per la mia vita, le scelgo con oculatezza e attenzione, e non prendo mai due cose dell stesso genere. E di certo non mi faccio convincere a cambiarle cosi facilmente. Le ho sofferte e conquistate, ora son mie e nessuno me le può togliere. Io non le mollo, così come non mollo tutte le cose che mi aiutano, e fan parte ormai di me stesso.


      LA SCULTURA, LA NATURA
 SONO IL MEZZO PER CAPIRE  ED IMPARARE 
L'ARTE DI VIVERE.
E TRASFORMARLA IN  VITA D'ARTE. 
                                                         MaxSolinas

MaxSolinas-Tana

MaxSolinas-Tana
                                                                                                              





lunedì 20 febbraio 2012

IL FUOCO SCRIVE LA VITA CHE PASSA. MaxSolinas

MaxSolinas- Modella Verde bronzo
martedì 21. ... lo sguardo scorre. Vedo decine di libri e carte in disordine affollare la panca di legno davanti a me. Una voce fuori campo mi chiede di riordinarla, e mi fa notare che la panca è nata per ben altri usi. E' una voce forte e non autoritaria, e mi sa che l'accontenterò.
   A fianco il camino trattiene un vitale fuoco, lasciando uscire il calore ed il colore. Che film guardare il fuoco di legna che brucia! Mille fiamme in un solo fotogramma ed una diversa dall'altra, con colori che spaziano coraggiosi dal rosso al nero, passando per tutte le tonalità dell'azzurro. Prendono forme incredibili e fantastiche, allungate verso l'alto, come se una forza misteriosa le chiamasse. IL FUOCO SCRIVE LA VITA CHE PASSA. 
   Che calore diverso in questa stanza! E' ormai una vita che mi scaldo in casa utilizzando esclusivamente il legno. E non di qualsiasi tipo. Carpino nero e bianco, faggio e gli scarti del mio lavoro: noce, cirmolo, cedro e un pò di olmo. Gli alberi mi aiutano non solo nel mio lavoro e nel cuore, ma anche a scaldarmi. Cosa importante per lavorare ed amare bene.
    Le immagini scorrono attraverso gli occhi, fino alla rètina retrostante. Vedo maschere lignee africane reduci di viaggi, con sguardi arcaici e severi, cornici con disegni di sculture fatte. Un vecchio seggiolone di legno e paglia, ormai consunto ed inutilizzabile per poter ancora ospitare i culi delle persone, (chissà quanti ne avrà soppesati), tra le due finestre.
    Ora la sua paglia è diventata dimora della borsetta di Lei, e di fogli sparsi, e del guinzaglio del mio cane Fritz, tra l'altro mai usato, il guinzaglio! 
   E poi sculture, che sono il mio lavoro, se di lavoro si può parlare.
   Una foto stampata su tela, con cornice di larice antico, tarlato, ossidato e consumato da cento e forse più anni di sole, neve, pioggia. Tavole di tabià montani, dove il fieno trova riparo nei nevosi inverni.
   Faccio una torsione sul busto ... e vedo la testa di gesso, regalo dell'amico Ugo, abile restauratore e re del Barco Mocenigo di Castello di Godego.
   Mi guarda severo con occhi fulgidi da cabotiere, barba, baffi e bandana che separa la fronte corrucciata e venata dai capelli pettinati come flutti di un mare in burrasca. I miei occhi vengono attratti e la testa ruota s destra , ad ammirare per l'ennesima volta un portale ligneo che troneggia sopra lo stipite dell aporta della cucina. L'ho preso a Suzhou, a novembre, in quello splendido paese cinese vicino a Shanghai. Questo incantevole paesaggio è appoggiato su un acquitrino  e attraversato da canali d'acqua così torbida che sembra fango.  la chiamano la venezia della cina, forse perché Venezia proprio non l'han mai vista veramente, magari al tramonto di aprile, dall'alto di un altana su Canal Grande, quando il cielo sembra di fuoco e l'acqua del Bacino di San marco argento fuso.
   Il legno del portale cinese è intagliato con maestria ed attenzione, e i riccioli e le figure rappresentate evocano il silenzio e la saggezza. La stessa che mi torna in mente pensando all'atmosfera di quel paese e delle sue genti, umili e rispettose, che vivono in case semplici, in equilibrio in una palude di acqua ferma. In contrasto a questa visione, c'è un enorme santuario con grandi porte sempre aperte, centinaio di incensi a profumare l'aria, e adornato di statue giganti d'or. Meraviglioso!
    dalla parte opposta, quasi a segnare un polo della bussola, sopra una mensola, ci sono i due bonsai, artifizi dell'uomo orientale. Mi piace averne cura. Di fianco un vaso indio-peruviano in terracotta decorata accoglie il mio tesoro di venti, quaranta collane di varie provenienze.
   A fianco una Bibbia intonsa, comprata usata a Milano in una vecchia libreria sul Naviglio.
   Il Naviglio, Vicolo dei Lavandai, solo a nominarlo mi evoca la famiglia Aldo e Luisa Cortina. E poi i figli Raffaello, Tiziana e Michela. Proprio in fondo al vicolo hanno uno spazio splendido, dove espongono da anni le mie sculture. E questo grazie a loro.
    Ma torniamo alla Bibbia. Sta maturando il tempo in cui la leggerò. Sento crescere il desiderio. Ora è aperta a pagina 352, il titolo è "L'uomo e la donna". Le pagine sono sbeccottate dai due pappagallini che volano in casa. Son così intelligenti ed attratti dalle pagine dei libri in casa che li abbiamo chiamati Zichichi e Rubia. Sono gli scienziati di casa. La Bibbia è posata su un leggio ligneo molto vecchio, raccattato in qualche discarica. E' bastato ripulirlo per farlo tornare a brillare di luce propria, la stessa che un bravo ebanista, tanti anni or sono, volle dargli.
    E poi il tavolo, non vecchio ma consumato, su cui si svolge quasi tutta la mia vita. Ha solo tre posti, e me lo ha fatto un amico falegname. Alto come il bancone del bar, puoi stare seduto sugli sgabelli a scrivere o mangiare, o in piedi appoggiato con il gomito, con il bicchiere in mano a discorrere. Fantastico! Dalla mia parte è già consumato. Il legno di abete ha ceduto alle mie lusinghe giornaliere.  Ci tengo al mio tavolo, e fa già parte della famiglia. Qui sopra ci ho fatto di tutto, o quasi. E c'è ancora vita! 
    Appoggiata al muro sovrastante c'è la piccola libreria con i libri già letti e riletti. Sono la selezione di quelli che amo. Mi piace averli vicino tutte le volte che staziono sul mio tavolo a mangiare, pensare, guardare il mondo da dentro, parlare e sognare ad occhi aperti in silenzio.
    E parlando di sogni e di libri, mi viene in mente che tra i tanti sogni adolescenziali, c'era quello di diventare scrittore. Ma non solo questo sogno facevo, e tanti ne ho realizzati! Presuntuoso? Non credo, è che i miei sogni son stati e sono semplici, umili, non troppo ambiziosi, raggiungibili. E' un trucco. Non viglio fare programmi irrealizzabili. Perché voglio essere felice e rendermi la vita più leggera possibile. Mi considero una persona semplice che sogna sempre più d'essere una persona semplice.
   E poi ho imparato a sognare ad occhi aperti. Mi piace ricordare la frase di T.H. Lawrence da "I sette pilastri della saggezza": "Quelli che sognano di giorno, son uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere sogni ad occhi aperti, e far si che si avverino". ....  continua...

    Che oggi sia per questa Terra ed i suoi abitanti animali e non, una Grande Giornata. Buona Continuazione MaxS

domenica 19 febbraio 2012

Cade oro liquido dal cielo. Piove acqua, la Natura ringrazia e respira.

Lunedi 20. Eh si, piove acqua. Ricchezza dorata per terra natura e uomini-uomini. Qua da noi lo chiamano Brutto tempo, ma in altri posti come l'Africa l'acqua dal cielo si chiama Vita e sopravvivenza e continuità. Ci ho perso giornate e notti interi di pensieri per questo. Oggi traduco la pioggia in Vita, e per quanto spesso mi abbia messo in  difficolta, e ostacolato e privato di scalate di montagne, dovendole rinviare ad altre date, amo la pioggia, e quando son nel profondo del bosco sento il respiro di terra e alberi, il godimento e la felicita degli animali, e questo per me semplice uomo, non è poco.
Ma torniamo al libro. Oggi, dopo 2 giorni di attesa, comincia il primo vero capitolo. Pag. 11, capitolo 1: LA PROVA DEL NOVE, narrano le prima parole in alto al centro.

   Un viaggio lungo quarantanni e ora anche di più.
Un viaggio fatto di urla e bestemmie, di improperi e mani brandite al cielo come armi, a dover minacciare sempre qualcuno e spiegare sempre qualcosa. Ma chissà poi cosa!
    Un viaggio, il mio, ancora breve per concluderlo, ma già abbastanza lungo per tirare delle somme, vederne il risultato, e magari fare anche la prova del nove.
    La prova del nove. Uno schema quasi a giocare a tris, ma che poi ti dice in breve se hai fatto bene o male, in questa grande equazione che è la vita.
    Spietato:giusto o sbagliato, senza vie di mezzo. E se è giusto, neanche ci sono i premi! Se invece è sbagliato...nessuna possibilità neanche di scuse!
     No, ferma tutto, facciamo un passo indietro. Stiamo parlando della vita ragazzi, e la vita, per Dio, non è un calcolo matematico, anzi è proprio ilo contrario.
    La mia vita per esempio, ogni giorno mi ha proposto un bivio. Nello scegliere una strada piuttosto che un'altra capivo che comunque non avrei sbagliato così tanto, anche se avessi scelto, malauguratamente, quella sbagliata. Perché in fondo non c'è il giusto e lo sbagliato...c'è invece secondo me, il giusto ed il meno giusto, il quasi perfetto ed il perfetto. Tenendo poi conto che la perfezione è cosa inventata dagli uomini per indicare il massimo raggiunto fi  a quel  omento, ciò dimostra che non esiste perfezione! In fondo, esagerando, il bianco ed il nero pur essendo due colori opposti, sono comunque colori. E tra l'altro van d'accordo tra loro.
    Che meraviglia scoprire che si può essere completamente positivi in tutto, ad occhi aperti certo, ma ottimisti! Perché bisogna tenere ben aperti gli occhi in certi momenti, così spalancati da sentir male alle orbite.
    Li tengo aperti e ti guardo negli occhi, ti scruto, ti studio. Cerco di vedere cosa c'è dietro gli sguardi, alli movenze del corpo, ai gesti delle braccia. Il giorno che ho imparato che braccia in lingua inglese si dice Arms, ho capito, o per lo meno ho dato una traduzione decisamente diversa al significato del movimento delle braccia (arms) degli uomini. C'è un mondo dietro il nostro atteggiarsi quando siamo in gruppo, e lo so che non dico niente di nuovo, non rimproveratemi, lasciatemelo solo dire a modo mio.
    Ok, ora alzo gli occhi dal foglio, stacco la penna impazzita che disegna figure allungate ed orizzontali, comprensibili solo a che sa leggere. Mi guardo intorno, ho imparato a farlo già da tempo. Staccare lo sguardo dalle cose. Come alzarsi in volo e distaccarsi dagli eventi, per osservare il tutto da lontano, aiuta ad essere più obbiettivi. E' come guardarsi con altri occhi. E si vedono cose che da vicino non si notano, forse perché sono troppo grandi per inquadrarle tutt'intere. Basta cambiare il punto di osservazione e tutto cambia... E' come sfocare l'immagine, non si vedono più i dettagli, solo i volumi ed i colori più forti! Le decorazioni spariscono e vedo solo il nocciolo. Che è l'unica cosa che mi interessa!
    Che magia questa casa. Mi guardo intorno. Ogni finestra è un quadro. E ogni quadro è perfetto, in equilibrio nei colori e nel soggetto. Ci sono tutti i colori, qualcuno puro e qualcuno mescolato. Ha lavorato bene il grande Artista che ha disegnato e colorato il Mondo, molti anni or sono!
MaxSolinas-Casa
    Dietro al vetro: alberi, prato, persino un castello stagliato verso il cielo, e le montagne. E poi un muretto di sassi ed un comignolo che fuma. E' inverno. Gli alberi conservano le gemme strette dentro i rami. Apriranno il pugno, per liberarle impazzite come adolescenti fuori dal a scuola del sabato appena sentiranno il sole che chiama, e i merli, cantando intonate canzoni d'amore per le loro principesse, danzare impazziti balli d'amore sui cespugli di gelsomino e nocciolo.
   Ma intanto attendono, sanno che se aprissero la mano prematuramente, le gemme sarebbero in balia della neve e del gelo ancora in agguato in questa stagione. Non bisogna avere fretta, ogni cosa a suo tempo!     continua ............
   Eh si , il libro racconta storie, e la fame di saper si acuisce andando avanti nella vita. E si vorrebbe saper del giorno dopo, rischiando, proiettate famelici al futuro, di non vivere il presente, che è la cosa più importante e Vera.
  Ogni cosa a suo tempo, infatti ora chiudo i collegamenti virtuali, sperando nella vostra lettura, e ancor più nel vostro riscontro. Fuori la pioggia rumoreggia vigorosa al limite della prepotenza protagonista. Ma è un ruolo che si merita appieno ora, dopo tanta siccità in questa minuscola parte di terra. Alzo ancora gli occhi al di la del piccolo monitor, la luce del sole filtrata dalla coltre delle nuvole di pioggia illumina a fatica tre merli intento a cacciare lombrichi dal prato rammollito con l'acqua. Per loro, e non solo, oggi è festa, si mangia e si beve. Grazie del tempo prezioso che mi dedicate, spero che per voi serva a qualcosa, anche piccolo, per me è tutto regalato e grande. A domani. Buona Continuazione MaxS









giovedì 16 febbraio 2012

Un libro tutto di un fiato! Tra Alberi Lupi e uomini.

Venerdi 17 febb ore 6,30.
Ancora alba e ancora libro aperto. acceso camino che gia da un'ora baruffa con il freddo della stanza, sta vincendo, e il suo calore mi permette di scrivere a computer con le dita che cominciano a riscaldarsi. Il caffè stamane si è raffreddato in pochi secondi, ma è stato un bel risveglio! non mi piace coricarmi dormire, ma amo svegliarmi, sia che abbia dormito tanto o solo un'ora, e in qualunque situazione e temperatura: ho dormito in macchina sui passi dolomitici aspettando l'alba per scalare, tantissime notti disteso sull'erba appoggiato ad un albero, tra rumori assordanti di foreste da conoscere , e quante volte appeso ad una corda fissata ad un chiodo nella roccia, in pareti urlanti di freddo, solitudine, selvaggio silenzio apparentemente sterile, ma sicuramente violento. In confronto il mio letto invernale con (questo inverno) fino a 6 gradi di freddo sembra una suite del Gran Palace Hotel di Abu Dhabi.
Adesso ci son 11 gradi, e si sta bene, non di certo ignudi, ma è una buona temperatura per pensare, scrivere, vivere e sognare.
ma ecco il resto della prefazione del libro, magistralmente scritta da Luca Delmedico (tutt'attaccato!)

     Un giorno di giugno arriva al sottoscritto una delle consuete lettere in questione. la prima reazione è quella che ho scritto all'inizio, penso tra me di dovergli dire prima  o poi: "Modernizzati".
Po lascio la lettera in auto, sperando di trovare il tempo giusto per leggerla. Perchè per lui non ci vuole solo tempo, ma anche quello giusto. Anche se, onestamente, come dice sempre lui, MaxSolinas ti aiuta con quel che scrive e scolpisce a trasformare il tempo in tempo giusto.
  Ed il momento adatto è davanti alla pizzeria del paese, ad un chinotto, e ad un cielo nero e minaccioso, di ritorno dal solito viaggio di lavoro.
   In un quarto d'ora le pizze saranno pronte, ma saranno sufficienti per leggere?
Non è l solita lettera. In parte è scritta al computer, e c'è scritto: titolo del libro: In Silenzio tra gli Alberi, con MaxSolinas 3163. Poi: Introduzione, eccetera.
   Capitolo 1: LA PROVA DEL NOVE, un cazzotto allo stomaco. un titolo sottilmente violento. Una sorta di ultimatum a se stesso, dato ancora prima di iniziare il libro. Come a simboleggiare la sua continua ricerca, la voglia di vedere se quel che si è poi trova un senso nella realtà. Il suo mettersi sempre in gioco, ma anche la forza di cambiare strada, o di difendere vigorosamente le sue convinzioni. Ci sono alcune righe, una di puntini. E poi MaxSolinas ricomincia a scrivere a penna, di pugno. La sua lettera è la lettera di un amico che non vedi da tempo, che ti scrive da lontano, e che ti aggiorna sulle novità. Che ti rende partecipe della sua naturale felicità, e che ti racconta che le cose vanno bene, e che certi eventi successi lo hanno infastidito, ma poi tutto è passato.
   E nel mentre, ti rendi conto di tanto aspetti. Primo fra tutti, ti ricordi che MaxSolinas non è un amico lontano, ma il tuo vicino di casa. E allora ti interroghi sul perchè di quella lettera. Ed intanto lui ti parla del suo libro. Ti chiede amichevolmente un consiglio su come pubblicarlo,, ti chiede se hai qualche aggancio, e finisce dicendo:"...te ne sarò grato". E quando lui dice così, puoi contarci. E' come un animale, non dimentica!"
   Mentre senti il sapore di una storia nuova ed attesa, lontana da te, ma a te così legata, all'improvviso ti dice: "ora vi lascio, torno alle mie montagne". A quel punto, la distanza è poco importante, e mentre te lo immagini con i bastoni da montagna affondare tra le "sue montagne" fai un sorriso e finisci di leggere la lettera, che ricomincia con righe scritte con il computer. "Pagina 180", la fine del libro. venti righe, ed un bel "Fine" centrato nella riga.
  Possiamo dire che la cosa ha un che di insolito. Però fa bene, e ti fa sentire meglio uscire da certi schemi. Non per trovare o provare qualcosa di nuovo, ma piuttosto per vedere se, in fondo, lòo schema esista davvero.
    la lettera di MaxSolinas datata giugno 2007 ha lo stesso sapore del suo libro. Peer prima cosa ti rivela subito la fine per sottolineare che non è importante dove  si è arrivati, ma come.
    E' un percorso aperto, anzi solo un segnento. Sai che la vita continuerà, (infatti MaxSolinas è ancora vivo...) e che non ha senso tirare le somme finchè la faccenda è in corso d'opera. In un colpo di spugna ti ha levato il privilegio fdi giudicare te stesso,  e quel che sei riuscito a fare. Ha tolto l'importanza all'atto del fare a vantaggio del godere del fare, ha annullato le distanze tra l'inizio e la fine.
    Perchè la vita non è fatta a capitoli, sebbene ci sforziamo ogni giorno, per comodità, di demarcare delle fasi ben distinte: la vita è la Vita!
    Ah, che leggerezza! Che trasparenza, che semplicità! Un viaggio attraverso il significato più vero delle cose, come l'atto di scrivere una lettera di pugno, per dar forza al contatto tra due pensieri, e ravvivare l'umanità delle sensazioni.
   Sarà ben chiaro a tutti, dopo, perchè MaxSolinas abbia tanto Amore  per la Natura, e perchè, quasi ossessivamente, la ricerchi nelle sue azioni e nelle sue sculture.
   E se imparassimo a leggere le persone e ad avere tempo per farlo, forse ci stupiremmo molto meno del'apparenza di questo artista.
MaxSolinas Luca Delmedico Francesco Gherlenda
    Chi è alla ricerca di astrazione, di barocchismo, di concetti filosofici, di metafore incomprensibili, di rimandi storici, di escatologia dell scultura e della vita, lasci perdere questo volume: questo libro è per la gente semplice.
   O per chi vorrebbe tornare ad essere Semplice.
                                             
                                                                                                         Luca Delmedico


   Fantastico cuore mente anima e corpo, riesco ancora ad emozionarmi. Grazie Luca.

mercoledì 15 febbraio 2012

Questo libro è dedicato alla Natura...perchè lì dentro so che c'è tutto ciò che desidero e amo. MaxS

giovedi 16 febb 2012, ore 5.50.
Questo libro è dedicato alla Natura...Perchè lì dentro so che c'è tutto ciò che desidero e amo
....comincia cosi questo libro, con una dedica sofferta e ricercata quasi come il testo del libro stesso! dedicare pubblicamente il libro mi ha fatto pensare e cercare tanto nel cestino delle emozioni. E frugando al buio ho trovato, anzi ritrovato cose e persone e amori che quasi non ricordavo di aver trascorso. Tante, quasi troppe persone e situazioni ho vissuto, meravigliose, edificanti, eccitanti, amorevoli. E non tutte le ho meritate! nella dedica volevo metterle tutte, ma doveva starci anche la mia Famiglia di genitori e fratelli, il mio branco, i pochi Amici che hanno il coraggio di essere tali, gli animali che mi han accompagnato per sentieri civili e selvaggi, Oceani e mari del mondo ricchi di abitanti muti e colorati. Alberi e Foreste, Boschi e montagne di erba e rocce crude violente e sanguinolente, per questo incomparabilmente affascinanti ed irrinunciabili. Con facilità ho capito che dentro la parola NATURA c'era e c'è tutto ciò, che è Passato, Presente, Futuro.

      Rileggo, e mi rendo conto di aver perso il filo del programma: pubblicare  il mio libro! ma è così facile, bello e liberatorio perdersi scrivendo.
Ma torniamo a lui: a pagina 7, dopo la  dedica, in bella mostra la parola PREFAZIONE, seguite da tre facciate di testo scritte da Luca Delmedico, uomo di indubbie qualità narrative e altrettanto indiscutibili doti di amico. Vorrei dedicare due minuti di scritto a lui, complice del libro e stimolo a pubblicarlo, ma non prima di aver trascritto la sua prefazione.

                                                                   PREFAZIONE
       MaxSolinas ha la pessima abitudine di scrivere lettere e spedirle con tanto di francobollo, a tutte le persone che conosce e che lui ritiene degne.
Ma io dico, non sai che esistono le e-mail? Che tra l'altro sono gratis Che senso ha spendere tutti quei soldi, quando puoi avere lo stesso servizio senza tirar di tasca un soldo?
       E' tutto qui, chi lo conosce lo sa. E' tutta qui la differenza tra una persona normale, e MaxSolinas: l'apparente semplicità, oltremodo ingenua, che nasconde, però, un senso profondo delle cose. Per fortuna, per comprendere certe sottilissime sottigliezze, ci vuole tempo.. Ed il tempo è proprio ciò che MaxSolinas pretende dalla gente: non scrive cose complicate, non scolpisce arte astratta incomprensibile a molti, e la sua stessa vita è estremamente, profondamente semplice.
      Non ci vuole un genioa per capirlo, ma il tempo sì! E chi non ha tempo da dedicargli, ma sarebbe meglio dire ricambiargli, sarà opportuno che lasci perdere.


MaxSolinas
Questa la prima parte, e già a mio parere basterebbe. Sintesi e semplicità son doti di Luca Delmedico, già per altro autore di due libri: "Le ragioni della pecora" e "Fine di un giorno d'estate".
Alzo gli occhi verso il mio orologio a cucù di legno, che mi dice che son quasi le 7. Un timido sole ancora addormentato comincia ad illuminare il castello sul colle di fronte a me. Quasi un'ora per scrivere questo poco. Ma mi son ripromesso di non sprecare più di questo sulla tastiera, e poi mi guardo bene di annoiarvi, e di lasciare un po di aspettativa per domani. Ancora un po di prefazione e poi parte il libro. Arja la Lupa e Rookje il pastore pezzato senza coda mi guardano convincenti: è ora di stringere le stringhe degli scarponi e di andare a viaggiare nella foresta. Lei chiama.  Buona Giornata Mondo. Addomani (licenza ignorant-poetica). MaxSolinas


martedì 14 febbraio 2012

In Silenzio tra gli Alberi. Si parte: Prefazione

15 febbraio 2012. Ogni promessa è un debito che va onorato e rispettato, mi diceva il mio vecchio nonno. Ed io stamane mattina comincio, seduto in cima a questa sedia impagliata a mano, con i gomiti  poggiati al mio tavolo di legno vero, consumato da piatti di pastasciutta, ombre di vino e fette di salame e formaggio d'alpeggio, bottiglioni i di grappa per digerire e sigarette arrotolate alla vècia, dorsi di libri letti e copertine di quaderni scritti. è l'alba, ma ancora la luce non trova il posto per esibirsi. la notte sovrana, accompagnata dal severo freddo di questo febbraio ancora la fa da padrona!
Appoggio il libro "In Silenzio tra gli Alberi" sul tavolo. è la copia 0, quella che per primo ho toccato quando mi è stata consegnata dall'editore in cima alle scale del suoi ufficio. Questa copia è stata con me in ogni posto in cui son stato negli ultimi 3 anni, aerei e zaini, oceani e barche in equilibrio tra cielo e mare, sentieri e montagne. Adesso fa il pensionato, immerso nella ricca libreria che ho alle mie spalle.
Ma ecco lui:
in copertina una foto veramente molto brutta, e in quarta di copertina una ancora peggio. La prima mi ritrae avvinghiato ad una mia scultura, ma sembro mio fratello molto piu bello e giovane, chissa dove l'anno recuperata. L'altra mi mostra appoggiato sempre ad una scultura, ma l'ambientazione a campo aperto è un finto laboratorio di scultura, foto fatta anni per un' azienda di mobili: tutto finto a parte io e la mia scultura!
Beh, devo dire che il libro si presenta proprio non al meglio, con  una immgine costruita ed un'altra in cui sembro un divo hollivudiano. Ma devo dire che l'editore mi ha consigliato-imposto solo queste due cose, per il resto non ha cambiato una virgola al libro. A suo merito.
Questa è la presentazione in quarta: Nell'anima e nel legno. 


                                    " DOPO OLTRE QUARANT'ANNI DI VITA
                                                       NELLA NATURA,
                                             HO CAPITO CHE PER VEDERE
                                            DEVO CHIUDERE GLI OCCHI"


Lasciando spazio all'istinto, possiamo parlare con gli alberi, sentire la loro anima, capire che soffrono, che vivono, che crescono, proprio come noi.
in queste pagine vi racconto cosa gli alberi, la Natura e la Montagna hanno insegnato a me, uomo.
Il lungo viaggio per tornare NATURALE.                                           -Euro 12-


Nella aletta interna è scritto: Nella Natura  ho trovato la vita. ci sono alberi, un prato, perfino un castello stagliato verso il cielo, e le montagne. E poi un muretto di sassi e un comignolo che fuma. 
E' inverno. Gli alberi conservano le gemme strette dentro i rami. Apriranno il pugno per liberarle appena sentiranno il sole che chiama. E con il sole i merli canteranno canzoni d'amore, danzando sui cespugli di gelsomino e nocciolo. E gli uomini torneranno a vivere.
ma gli alberi, gli animali e gli uomini attendono ancora. Sanno che il gelo è ancora in agguato. Non bisogna avere fretta, ogni cosa la suo tempo.
Questo modo di vivere insegna la pazienza, l'arte di attendere. e di ascoltare. La natura e le sue voci ci prendono, ci abbracciano e ci tengono compagnia. insegnano a vivere.
ma per viverre in Natura ho dovuto camminare tanto. Ho dovuto sentire tanto. Poi ho scoperto il bosco, gli alberi, il legno, la sua magia, la sua anima.
E nel silenzio di tutto questo, ho sentito la voce del creato.
Queste pagine raccolgono oltre quarantanni di vita nella natura, raccontano un lungo viaggio per tornare naturale. E in questo viaggio potrete vedere i miei amici alberi, nostra madre terra, sentire la sua voce dolce, severa e forte.
Pagine come un ponte tra questo mondo e il mondo naturale.
 Un libro con dentro la forza dell'uomo e la fantasia del bambino.


Segue biografia, ma questa ve la risparmio!
Ecco come si presenta "In Silenzio tra gli Alberi". Vi confesso che riscriverlo leggendolo mi emoziona non poco. E  l'emozione è benzina super nel motore della vita. Son felice e continuo!
Ma per ora basta. la notte ha ceduto il trono alla luce. Il prato fuori casa è bianco dell'ultima neve, ed io son ancora vivo. Metto un grosso ceppo sul fuoco vivo del camino. Il giorno entrante mi chiama fuori, ed io lo accontento. A domani MaxS



Inizio a scrivere di pugno sul mio blog. Quasi un miracolo!

Martedi 14 febbraio 2012, ore 17.45. Eh si, questa volta succede così, comincio a scriver di pugno sul mio blog. Dopo tanta pressione da chi mi "segue", mi son deciso di aprire il mio blog, che fin a qualche tempo fa manco sapevo cosa fosse, e forse veramente neanche adesso! E cosi, grazie all'aiuto di Simon Ostan Simone, da oggi ufficialmente parte questo mio primo blog, che si chiama: "In Silenzio tra gli Alberi" . Non a caso è il titolo del mio primo libro pubblicato da Biblioteca dell'Immagine circa tre anni or sono. Libro fortunato in seconda edizione, e credo quasi esaurito. (Io me ne sono accaparrato qualche copia, per le evenienze estreme). E ho deciso di pubblicare il libro integralmente, a puntate, trascrivendone un poi di pagine alla volta.  (e scriverò in corsivo, così da evidenziarlo). Mio sembra una buona idea renderlo leggibile a chi non ha il libro, e a chi vorrà seguirlo e seguirmi. Sono curioso di vedere in breve quello che succede, e se è proprio così come mi hanno detto! Parallelamente scriverò aneddoti e considerazioni, e pensieri dettati dal momento. Sarà un bel gioco. Se avete voglia seguitemi, e parlatemi! Buon Viaggio MaxSolinas e Arja la Lupa

P.S. dimenticavo di dirvi che il mio secondo blog si chiama Ancora richiami dalla foresta-L'Ordine dalla Lupa, che è il titolo del mio ultimo libro, in attesa di una casa editrice che me lo pubblichi. Se ciò non succede entro breve, anzi brevissimo, comincerò a pubblicarlo allo stesso modo sul suddetto blog. Sappiatemi dire.MaxS

lunedì 6 febbraio 2012


Cosi scrive di me Luca Delmedico:
MaxSolinas ha la pessima abitudine di scrivere lettere e spedirle, con tanto di francobollo, a tutte le persone che lui ritiene degne. Ma, dico io, non sai che esistono le e-mail? Che tra l’altro sono anche gratis? Che senso ha spendere tutti questi soldi quando puoi avere lo stesso servizio senza tirar di tasca un soldo? È tutto qui, chi lo conosce lo sa. È tutta qui la differenza tra una persona normale e MaxSolinas: un’apparente semplicità, oltremodo ingenua, che nasconde però un senso profondo delle cose. Per fortuna, per comprendere certe finissime sottigliezze ci vuole tempo. Ed il tempo è proprio ciò che Max pretende dalla gente: non scrive cose complicate, non scolpisce arte astratta ed incomprensibile, e la sua stessa vita è estremamente, profondamente semplice. Non ci vuole un genio per capirlo, ma il tempo sì! E chi non ha tempo da dedicargli (ma sarebbe meglio dire ricambiargli) è meglio che lasci perdere.
Un giorno di giugno 2007 mi recapita un manoscritto, si, proprio scritto a mano, e di bella grafia, e mi chiede di leggerlo quando avrò il tempo. Lascio il plico sul comodino,sperando di trovare il tempo giusto per leggerlo: perché per lui non ci vuole solo tempo, ma anche quello giusto. Anche se, onestamente (come dice sempre lui), Max ti aiuta con quel che scrive e scolpisce a trasformare il tempo, in tempo giusto.
Ed il momento adatto arriva, di fronte ad un chinotto e ad un cielo nero e minaccioso, di ritorno dal solito viaggio di lavoro. Sulla prima facciata c’è scritto: titolo del libro: IN VIAGGIO… IN SILENZIO.
Poi: introduzione eccetera.