lunedì 1 ottobre 2012

ZAINO E AQUILONI...e ancora vita vera...continua

martedi 2 ottobre, rosicchio ore aspettando che il sole asciughi le pareti delle Dolomiti. Ho urgente bisogno di scalare e sentire l'equilibrio totale tra cielo e terra , vita e morte. Oggi ancora il sole si farà desiderare, ma domani spero e dicono gli scienziati tornera a splendere. Oggi finisco la scultura che troneggia in laboratorio, corpo di donna e testa di cavallo...Amore Passione Bellezza Trionfo.
  Fuori ancora quasi buio, Arja la lupa se ne sta distesa davanti al camino, in attesa di andare per boschi. Ed io aggiungo qualche pagina del libro "In Silenzio tra gli Alberi" e poi me ne vado via con lei, accontentandoci.
    pagina 109.. continua...



     Eran già tre o quattro giorni che, a causa delle eccessive libagioni notturne, non vedevo l’alba. D’altra parte, non esiste il bianco senza il nero e viceversa. E poi, uscire dai ranghi ogni tanto mi piace tanto quanto tornarci. Come le stagioni, è ciclico.
     Ma, stamane, dopo una lotta all’ultimo sangue con Morfeo, son riuscito a scendere dal letto, alto quasi un metro, e discendere le scale di legno fin giù.
     Per fortuna che le camere da letto son posizionate quasi sempre in alto, altrimenti certe mattine sarebbero dolori ancora maggiori e più assenteismo nei posti di lavoro.
     E’ ancora buio. La luna, due giorni dopo il colmo, è ancora enorme e luminosa. Esco di casa e camminando scalzo nel prato bagnato godo del suo splendore per qualche minuto. E’ gratis.
In pochi istanti scende, e cambiando forma nel suo movimento scompare dietro il declivio del monte che sorregge il castello.
     Scompare del tutto, lasciando un vuoto al mio vedere. E in questi istanti di precarietà la natura diventa silenziosa…tutto sembra tacere, attendendo l’avvento.
     Come se pregasse in silenzio, chiamando ed implorando il sole ad uscire.
     E, ancora una volta, dopo migliaia e migliaia di anni, il miracolo si ripete. Tutto riparte.
     Gli alberi si muovono con la nuova brezza e gli animali diurni si risvegliano dal torpore notturno. Ed il grande concerto, forte e bramoso ancor più della conosciuta Primavera di Vivaldi,  comincia con tre colpi di bacchetta sul leggio, aprendo ufficialmente il nuovo giorno.
                               Ecco la luce del sole ...

MaxSolinas e Arja, Buona Vita

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