martedì 13 marzo 2012

L'UNICA VERA ARTE, E' L'ARTE DI VIVERE.

mercoledi 14 ....continua... E ripeto che io personalmente, e anche un pò antiquatamente, preferisco emozionarmi davanti ad un quadro, o perdermi nelle forme di una scultura. E certo perché non sono vecchio, saccente o malinconico! Anzi tutto il contrario: è perché io le cose belle ho avuto la fortuna di vederle. Son certo, e l'ho sperimentato, che i nostri giovani sanno perfettamente riconoscere il bello tra un'opera fatta con tutti i crismi delle arti ed una fatta con stupidi e spicci sistemi senz'anima. E sempre scelgono la prima, dove d'istinto riconoscono i pregi del lavoro e dell'estetica. 
    Ma dobbiamo fargliele vedere queste opere che tutto il mondo ci invidia., e che son fuori di casa, portandoli in musei e mostre se si può, o almeno favorendoli con i libri.
   Ma ancora più efficacemente con il nostro stile di vita, facendogli osservare un tramonto, un fiore, o il calore del sole, il bianco della neve l'altro, che quest'anno si è fatta desiderare. 
  L'Arte , quella vera, quella con la A maiuscola, è già dentro di noi, incoraggiamola ad uscire, ci regalerà grandi soddisfazioni ed emozioni uniche, e ci ci aiuterà pure ad affrontare e risolvere qualche situazione. Ed è gratis, cosa rara in questo periodo!
   L'ho già detto e già scritto: "L'unica vera arte, è l'arte vi vivere".
Io nel mio piccolo sto imparando tante cose, sto riscoprendo vecchi sapori, e saperi. Per esempio ormai da tempo, son tornato a cucinare sulla stufa economica, quella a legna di quasi un secolo fa. E quasi tutte le domeniche con asse, matterello, farina e uova faccio la pasta sfoglia come mi ha insegnato mia madre, facendola ogni santa domenica mattina. E ancor prima mia nonna, con le mani deformate dall'artrite, ma indomite, nella sua piccola cucina a San Lazzaro di Savena a Bologna.
     Son cresciuto un pò anche io in quella cucina, e lo capisco solo ora che mi fermo e mi volto in dietro. Così che mi son tornati vecchi ricordi di situazioni familiari. Odori, profumi, stanze, rumori, voci e visi della mia infanzia. E' fantastico, mi fa tremare la voce a parlarne.
  Ritrovare i vecchi sentori e sensazioni. E un giorno spero di poter tornare spontaneamente in una chiesa, una delle nostre, a pregare. Ma ancora non sono pronto!
  Ma torniamo all'arte meravigliosa, che dovrebbe innalzarci fino al punto in cui, guardando il mondo e la nostra vita dentro, dovrebbe darci suggerimenti, consigli e soluzione agli interrogativi.
  Leggere una poesia dovrebbe accendere un fuoco nel cuore  e farci emozionare al punto di spremerci una lacrima di gioia mista a felicità.
   Ma ci le legge più le poesie? Troppo lente o troppo emozionanti? Abbiamo paura ormai anche di emozionarci troppo. Perfino se siamo soli, senza nessuno attorno, ci vergogniamo di noi stessi se ci sorprendiamo a piangere. Fanno impressione le lacrime sul proprio viso unite alla stretta di gola. Sopratutto se inaspettata. Ma questo è Amore, solo Amore!
    Ma poi ci ritroviamo, ma io questa volta mi escludo, in gruppo in cerca dell'emozione collettiva, quella che non spaventa perché si è in tanti. La massa fortifica le difese, protegge, ma son illusioni fatue. Poi ad un certo punto comunque si rimane soli, e da soli difendersi dai rimorsi è più difficile che cacciarsi nei guai in compagnia. Per questo io sto molto bene da solo!
   Dobbiamo tornare alla Poesia, alle Arti, alla Natura, ed a una vita Naturale.
E tornare ad un pò più di individualità, bene prezioso che ci aiuta a scoprirci ed impararci. E toccarci e vedere dentro di noi, ancor prima di guardare attorno. Ed a essere critici prima con noi stessi, ma con benevolenza e non severità, piuttosto con una pacca sulla spalla. Ma innanzitutto farlo prima di criticare il resto del mondo!
   Dobbiamo farlo tutti insieme. Non è tardi, mai è troppo tardi. Ma facciamolo. Incominciamo tutti insieme, ognuno per la propria strada, religione, fede. Non giudicatemi, o se volete farlo almeno dimenticatevi quello che ho detto prima: sono un sognatore, ma ad occhi aperti.
   ma che ha il coraggio di dire:"Cambiamo strada". Eppure se fossimo con l'acqua alla gola ci daremo da fare immediatamente, senza esitazioni per trovare una via d'uscita.  Ebbene,m io dico che l'acqua alla gola già ce l'abbiamo, e non da stamattina. Ora è nostro dovere cercare una strada per superare lo scoglio.
MaxSolinas-Arja

MaxSolinas.Matriarche
   Progresso è anche tornare indietro nei nostri passi, non di certo per tornare all'età della pietra, solo retrocedere un poco per non fare ancora gli stessi errori. Non sono un insuccesso glie errori, anzi spesso insegnano più dei successi. Il vero insuccesso è dopo averlo fatto, dimenticarlo e ripeterlo!
 Dai, facciamo unitamente un piccolo sforzo. Tutti i premi pretendono uno sforzo. Poi abbondantemente ci ripagano, e alungo . E ve lo dice uno che acausa del proprio cartterraccio, di errori ne ha fatti abizzeffe, zaini interi di errori. Ma d'altro canto cerco di non rifare gli stessi.
  Quante volte in montagna ho sbagliato sentiero, e peggio via di scalata, succede! E che fatica una volta accortomi, decidere di tornare indietro, di ridiscendere. E che fatica ammettere di aver sbagliato, ma non farlo a volte in montagna così come in certe situazioni, porta alla morte. Che sforzo tornare sui propri passi. Ma cero è che queel'errore ora non lo faccio più, ce neson tanti altri proprio volendo essere stupidi. Ora io sto andando avanti. evviva!
    Fermiamoci e voltiamoci indietro qualche volta, tornioamo sui nostri passi e sulle nostre decisioni, basta una volta ogni tanto, magari quando ci sentiamo giù.
 Fermiamoci e voltiamoci per vedere quanta strada abbiamo già fatto. In silenzio impariamo a rioflettere. Solo voltandoci uindietro , e questo movimento obbliga a fermarsi, si potrà vedere e godere di tanto che si è fatto. E sarà soddisfazione ed orgoglio, più di quanto vi immaginate. Ripagherà anche il più orgoglioso  e pessimista. Ve lo assicuro, parola di MaxSolinas.
Ce n'è tanta di strada èpercorsa nelle nostre vite, come un lungo filo d'Arianna incominciato quasi per scommessa, per gioco, questo filo si allunga nella vita, e ci lega alla stessa.
   La Perseveranza, la Forza di Volontà, pregi che oggi evidentemente stanno diventando merce rara, mi stanno ripagando.
    Pian piano la matassa si dipana e tutto sembra semèplificarsi. Incredibile, proprio a me che mi sento un venditore di fumo sulla bocca di un vulcano.
   Di questa precarietà ne faccio Tesoro, Risorsa, Forza.


                                                L'IGNORANZA FA SEMPRE RUMORE.
                                                                                                       MaxSolinas




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